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Incominciamo a coltivare il nostro giardino

Thomas Backinmind • 24 settembre 2019

L'inquinamento della comodità

Il tema del cambiamento climatico è un argomento che negli ultimi anni ha avuto un o sviluppo mediatico esponenziale.

Passando da argomento di nicchia, è improvvisamente esploso e non passa giorno che giornali telegiornali o post nei svariati social diano notizie allarmanti: inquinamento dei mari, percentuali altissime di c02, ghiacci che si sciolgono, incendi divampanti e temperature anormali in tutto il globo per citarne solo alcune.
Gli stessi scienziati e relativi rapporti concordano su quello che si prospetta un vero e proprio disastro ecologico. Parlano di temperatura globale e di come essa sia ormai arrivata ad un limite massimo. Bastano 1, 2 gradi in più perchè non si possa più tornare indietro e che per l’uomo e per moltissimi altri essere viventi si prospetti l'estinzione.
Lo slogan che viene ripetuto più volte grida: DOBBIAMO CAMBIARE ROTTA. L’uomo deve prendere in mano la situazione e in qualche maniera, non ancora precisata, deve provare ad inquinare meno.

La mia riflessione incomincia da questo punto. L’inquinamento generato dall’uomo. Da cosa deriva?

Nella nostra quotidianità ogni singolo nostro movimento è fonte di inquinamento. L’uomo, in questo periodo storico come non mai, ha bisogno di energia per qualsiasi cosa. E l’energia viene prodotta inquinando.

La fine del mondo? Non penso, ma per l’uomo si prospettano tempi piuttosto difficili

La storia dell’uomo è sempre stata contraddistinta da un elemento fondamentale che lo ha accompagnato sin dal sua nascita. Il desiderio di svilupparsi, il superare continuamente i limiti, fisici e mentali, che gli si ponevano di fronte. La capacità manifestata di cercare di conoscere ed utilizzare le risorse per i propri fini, per i propri bisogni. Ma non è mai stato chiaro e non lo è attualmente, quello che si può definire il fine ultimo. A che cosa tende l’uomo? Lo sviluppo e il progresso ha una meta identificata? O è solo frutto di tentativi casuali e selezionati perchè reputati positivi? In che modo vengono identificati tali? Che cosa distingue un tentativo positivo da uno negativo?
Un’idea che mi sono fatto è che l’uomo ha accostato il valore di positività a quello di comodità.
Andando indietro nel tempo, la stessa invenzione della ruota è stata selezionata positiva in quanto strumento utile per poter trasportare con meno fatica oggetti da un punto A a un punto B.
Una comodità dunque, non solo fisica, ma anche mentale. La diminuzione del tempo e della fatica relativa allo spostamento di qualsivoglia oggetto ha permesso all’uomo di avere più tempo da dedicare e sviluppare altre attività.
E da qua una catena, arare con i buoi anzichè a mano, deviare un flusso d’acqua anzichè doversi sempre recare al fiume lontano…un susseguirsi di scoperte e invenzioni che ci hanno portato a distanza di millenni a poter stare seduti su un comodo divano facendo luce quando è buio schioccando le dita.

Ma quante sono queste dita?

Basta consultare i dati statistici per rendersi conto che l’aumento della popolazione non può essere marginale nell’identificare il problema dell’inquinamento
Da inizio 800 a inizio 900 del millennio scorso la popolazione mondiale è aumentata di un miliardo portandosi a 2 miliardi di persone abitanti. Poi, con la stabilità sociale ed economica manifestata dopo la seconda guerra mondiale la crescita della popolazione ha registrato un aumento esponenziale di circa 1 miliardo di persone ogni 10 anni. Attualmente siamo circa 8 miliardi. Negli anni ottanta eravamo 5 miliardi.
Tutte queste persone per vivere inquinano perchè hanno bisogno di energia e perchè consumano per soddisfare i loro bisogni: cibo, case, mezzi di trasporto, vestiti…

Senza dimenticare quello che sembra essere la nostra funzione primaria: pensate a cosa avete fatto appena siete venuti alla luce…e che cosa farete un attimo prima di morire: RESPIRARE.
Eh già, la respirazione, introdurre ossigeno per restituire anidride carbonica, è la nostra attività principale durante tutto ill corso della vita.
Siamo poco più che dei filtri. Dal nostro punto di vista inquiniamo solo vivendo. Ovvio che 1 miliardo di filtri è differente da 8 miliardi di produttori di anidride carbonica e metano.

Non si tratta di capire in che maniera fermare questa grande problematica incombente. Ormai si tratta di incominciare a capire come e in che maniera poterla gestire. Bisogna prepararsi a non avere a disposizione tutte le risorse e comodità attuali. L’INVERSIONE DI MARCIA” non ha come fine quello di mantenere lo stato attuale, ma di ricominciare, rivedere il nostro sviluppo energetico andando a sfruttare risorse il meno inquinanti possibili. O semplicemente rallentare.
Lo “sviluppo” attuato fin ora si basa su una tecnologia fondata su risorse energetiche fallimentari, che non saranno più utilizzabili. La società del futuro dovrà far fronte a un bacino energetico differente, più sostenibile, che non ci soffochi e che non tenda all’estinzione.
O rallentare perchè il problema forse sta che attualmente non esiste nulla del genere. Per i nostri consumi, per come li concepiamo ora, l’unica risorsa è quella petrolifera.
Giusto un esempio: sicuramente molti di voi avranno avuto modo di vedere da vicino una pala eolica... vi siete mai chiesti quanto tempo dovrà girare questa enorme struttura per produrre l’energia necessaria a crearla, installarla e un giorno sicuramente anche a smaltirla? Per andare a pari insomma?!
Le auto elettriche sono innovative, sicuramente piú efficienti..ma hanno un punto debole da non sottovalutare…le batterie..in che maniera si potrà mai smaltire miliardi di litri di liquidi tossici?
Lo stesso vale per i pannelli solari. Sono efficienti per un arco molto breve di tempo (anche per loro vale la riflessioni di quanto tempo impiegano a produrre l’energia necessaria a produrli, installarli e smaltirli) E il loro smaltimento, come per le batterie, risulta essere una problematica ancora irrisolta.

Trovo incredibile invece l'atteggiamento di molte persone di fronte a questa tematica.
Sembra che siano infastiditi dal fatto che se ne parli, che venga portata a galla una situazione che offre poche alternative, che in qualche modo minino la loro quotinianità e routine. E per questo screditano senza avere nessun tipo di prova, offendono chi si batte per portare a galla una verità da decenni insabbiata, girano la testa dall’altra parte facendo finta che il problema non li riguardi.
Io non la ritengo ignoranza ma semplicemente rifiuto, paura, timore, difesa. La maggioranza delle persone vive in una fantomatica bolla di sicurezza che ha mirato ed ottenuto a discapito del proprio senso critico e anche della propria libertà . Per molti il domani è un altro giorno che sarà lo stesso di oggi come lo è stato ieri. Nella vita chi comanda è una sveglia, una campanella e un padrone a cui rendere conto. La ricompensa è sempre il solito stipendio e se qualcosa non va la colpa è da imputare sempre agli altri. Non critico. Penso invece che sia un ottimo modo, sicuramente a basso profilo, per vivere in tranquillità e senza grossi pensieri.
Ma sono le stesse persone che non fanno niente per capire o quantomeno cercare di capire quello che in pochi urlano. Sono le stesse persone che capiranno quando ormai sarà troppo tardi.
Sono le stesse persone che ci circondano.
Siamo noi.
La fantomatica sicurezza si sta sciogliendo. Buchiamo la bolla che ci circonda e osserviamo senza di quella la realtà che ci sta davanti.
Prendiamo in mano una zappa per una volta E INCOMINCIAMO UMILMENTE A COLTIVARE IL NOSTRO GIARDINO.
Ci servirà per il futuro.

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