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Il ContrastO del DualismO

Thomas Backinmind • 9 gennaio 2020

La SommA DeglI OppostI. La DifferenzA DeglI UgualI.

Non può esserci una bella superficie senza una notevole profondità.

(Friedrich Nietzsche )

Il continuo sviluppo del mio pensiero, in una condizione critica analitica di me stesso e di ciò che mi circonda, mi ha portato a vivere in un continuo e incrollabile mondo di contrari.
È come se l'esperienza, il sentimento, il pensiero, l'emozione, per quanto questi siano positivi o negativi non abbiano valore reale in sè ma solo nel momento in cui li metto in discussione, negandoli.
Non posso evitare di essere investito dalle esperienze belle o brutte, o da emozioni positive o negative. Mi attaccano continuamente, le sento, le provo ma nel momento in cui le riconosco, per come le percepisco, opera in me un sistema di critica contraria che le porta a dissolversi e pone la mia ragione in uno stato di equilibrio che non si rispecchia in una parte ma è la somma e la differenze dei due poli di analisi.
In una situazione normale, quando si viene avvolti da una sensazione piacevole o dolorosa, si gioisce o ci si abbatte, ma lo si fa per qualcosa che è ...un attimo. Tutto quello che viene dopo è un perseverare, mantenere una alterazione il più a lungo possibile. È come se avessimo difficoltà a superare una determinata esperienza, a ritrovare equilibrio.
I sentimenti di gioia come di dolore sono squilibri a cui non si dovrebbe tendere ma cercare il più possibile di evitare. Gioia/dolore, pace/guerra, bene/male, nuovo/vecchio, linea/curva sono contrapposizioni che non esistono separate le une dalle altre.

Provare felicità e tendere continuamente a questa implica evitare l'infelicità facendo finta che questa non ci appartenga quando invece è proprio per la paura di essere infelici che si cerca continuamente di essere il contrario.
Ma anche l'infelicità o il dolore non sono condizioni esistenziali assolute. Abbracciare il malessere significa mettere il paraocchi di fronte a tutto ciò che di positivo ci sta intorno.

La situazione di ESSERE costante non rientra nella sfera del ben-essere o mal-essere.
Non è neanche tra o sopra di esse. È altro da queste.
La sensazione di essere è inesprimibile e incatalogabile.
Non c'è più gioco tra le parti, non c'è più contrapposizione, non c'è più divario.
È un continuo gioco tra le parti, è una continua contrapposizione, è un continuo divario.

Tra le righe dell'analisi dei miei pensieri che si manifesta il mio progetto.

PangaeA è il risultato di come i contrari possano fondersi dando un unico inaspettato risultato.
Il contrasto non è solo concettuale, tra vecchio/nuovo, utile/inutile, uguale/diverso..., ma anche strutturale, tra le linee dei tasselli esagonali e pentagonali ricavati scucendo i vecchi palloni e le curve che si creano poi riassemblandoli in un certo ordine.

È questa l'essenza del proggetto che si nasconde nella profondità della sua superficie.
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